La cronaca di quarant’anni di editoria. Un racconto che è un memoir ma anche un utile (e divertente) manuale per gli addetti ai lavori e soprattutto dedicato ai più giovani che sognano una carriera nell’ambiente editoriale. L’editore presuntuoso, scritto da Sandro Ferri, creatore dell’edizioni E/O insieme alla moglie Sandra Ozzola, è un libro coraggioso, ironico e utile. Racconta annedoti, svela segreti tecnici, osa pareri taglienti e pone anche molte domande importanti sulla cultura e su come possa essere condivisa e anche purtroppo strumentalizzata.
Questi alcuni provocatori consigli in pillole per chi vuole diventare editore:
-Raccogliete (se non li avete già) almeno centomila euro.
-Pubblicate solo libri che vi piacciono.
–Cercate bestseller (o altro) per finanziare i libri che sono in perdita.
-Non vergognatevi di niente.
La storia comincia verso la fine degli anni’70 quando il giovane Ferri (nato bene) può permettersi insieme ad alcuni soci amici di aprire una libreria alternativa nel cuore di Roma. L’esperimento non va a buon fine e l’amore per i libri deve trovare un altro sbocco, nasce così la casa editrice E/O, un esperimento appassionante che nasce letteralmente in casa (come i neonati di una volta) perchè la ricchezza di famiglia comincia a scarseggiare e il budget non prevede il costo di una vera e propria sede.
I primi libri pubblicati sono prevalentemente di autori oltrecortina (come si diceva allora). L’autrice a più famosa, quella che fa gioire i conti è Christa Wolf, autrice della Germania dell’Est che arriva in Italia con Cassandra. Nel 1989 la caduta del muro di Berlino apre i confini e fa cadere il potere dei Soviet ma priva E/O di humus letterario, confessa Ferri. Ma il mondo è grande e i due editori lungimiranti. Sanno scegliere, abbinando passione e intuito. Infatti qualche tempo dopo arriva il primo bestseller: Amabili resti dell’autrice americana Alice Sebold. Un altro colpo sarà L’eleganza del riccio della francese Muriel Barbery, per arrivare al successo planetario dei romanzi di Elena Ferrante e quello più recente del fenomeno Valérie Perrin con Cambiare l’acqua ai fiori.
Insomma se Sandro Ferri avesse pubblicizzato il suo libro vantandosi di svelare la ricetta perfetta per il bestseller avrebbe meritato credibilità, ma (nonostante il titolo) non ha questa presunzione, anzi racconta del mondo letterario condividendo timori, dubbi e idiosincrasie. Proprio quest’ultime rappresentano la parte più cinica e divertente del volume: svela qualche gossip oltre alla verità sul lavoro degli agenti letterari, sui premi più prestigiosi e sullo strapotere del marketing.