Come posssiamo perdere qualcuno che il mondo non ha mai saputo fosse nostro?
E’ la domanda dolorosa che si pone la protagonista di Vero e mio e segreto e doloroso, originale e coraggioso romanzo di Sarah Crossan che, con un’appassionante prosa in versi, racconta in prima persona la storia di un amore segreto che improvvisamente finisce. Ana e Connor, entrambi sposati con prole, infatti da tre anni si amavano di nascosto. Condividevano gli alti e bassi di sotterfugi e passione, tipici di una relazione clandestina. La storia è ambientata a Londra e proprio nel traffico caotico della capitale inglese Connor è vittima di un incidente mortale. E la notizia della sua scomparsa arriva ad Ana nel peggior modo possibile.
I due amanti si erano conosciuti nell’ambiente di lavoro: lei, dipendente di un ufficio legale, doveva gestire le future volontà testamentarie di lui. Così nel momento più tragico a telefonarle in ufficio è proprio la moglie, la rivale che, ignara del tradimento, le comunica la perdita del marito. La trama del romanzo inizia così, come una commedia degli equivoci: Ana ha il cuore lacerato ma deve apparire professionale, non può lasciare trapelare il suo dolore. Deve scegliere le parole gisute per fare le condoglianze alla vedova mentre il dolore la sommerge.
Con un incipit un po’ clichè come questo, il pericolo di scadere nel melodramma era altrissimo, ma in questo testo l’autrice è riuscita non solo a dribblare la trappola, ma a descrivere invece la gamma delle emozioni che travolgono la protagonista con una scrittura fluida e onesta, seguendo il flusso di ricordi, rimpianti e nostalgia. Nel bene e nel male. Ana non viene rappresentata sempre come un eroina romantica ma come una donna vera in preda a tutte le sue contraddizioni. Trasformare un intero romanzo in poesia non è certo un’operazione facile, Sarah Crosson ci è riuscita facendo confessare la sua protagonista come in un diario:
E’ curioso,
che tu mi dicessi certe cose
convinto che mi divertissero.
E’ un mistero
che io non te la facessi mai pagare.
L’accettazione: ecco il mio munifico dono.
Per un po’.
Ana ripensa a tutti i momenti di felicità rubata, fra bugie raccontate a casa, gelosia per i partner ufficiali e fughe d’amore sempre troppo brevi. Il romanzo si legge tutto d’un fiato perchè è coinvolgente e onesto. Affronta le emozioni più vere e importanti senza sbavature, rifuggendo da ogni banalità e facendo risplendere i sentimenti più profondi.
Nel giardino scuro e selvatico
i raggi della luna mi illuminano
come su un palcoscenico.
Ma non canto né ballo.