“Un’isola sperduta al largo dell’Oceano Indiano, una lingua di sabbia esageratamente piatta, e vuota, e calma; flutti dalla trasparenza indefinibile. Il mare come un paese”. Così l’autrice francese Caroline Laurent, nel romanzo Le rive della collera (pluripremiato in patria) descrive Diego Garcia, unico territorio abitato delle Chagos, paradisiaco arcipelago con cinquantacinque isole, sei atolli emersi e sette barriere coralline. Si trova a sud delle Maldive e a nord est di Mariutius a cui è stato annesso fino al 1968, quando per i mauriziani, dopo 158 anni di dominazione coloniale, fu proclamata l’indipendenza dal Regno Unito.
Da allora il destino delle Chagos è stato drammatico. Il libro racconta la storia di un paradiso ingiustamente perduto e nei vari capitoli la fotografia della vita semplice e selvaggia degli abitanti di Diego Garcia, si alterna alla cronaca della lotta degli indigeni che si sono visti cacciare improvvisamente dalla loro patria in nome di avidi interessi geopolitici.
Infatti, il neonato governo di Mauritius barattò l’indipendenza cedendo le Chagos agli inglesi. I nativi furono obbligati a trasferirsi a Mauritius in tutta fretta perché per la loro terra erano previsti altri piani. Infatti, nel 1971 Diego Garcia, considerata territorio militare strategico, diventò base militare USA. Per anni gli isolani hanno protestato e invocato giustamente i loro diritti, lottando fino al raggiungimento di una sentenza dell’Alta Corte dell’Aia, nel 2019, in cui è stato confutato il diritto di sovranità al governo britannico. Ma con una mossa scandalosa, dopo aver deturpato la bellezza naturale dell’isola più grande, oramai completamente cementificata, pur di non rendere il dovuto, gli inglesi hanno reso il resto dell’arcipelago riserva bio marina, territorio intoccabile.
In questo romanzo, coinvolgente e appassionante, si narra quindi una vicenda drammatica e vera, partendo dalla fine degli anni ’60 quando la realtà nell’isola Diego Garcia era ancora idilliaca, gli abitanti si conoscevano tutti e vivevano in una dimensione fuori dal tempo, sostenendosi grazie alla pesca e ai prodotti della loro terra.
La trama del libro parte però da una storia d’amore. Proprio nel momento appena precedente al referendum viene mandato sull’isola, dal gestione centrale di Mauritius, un giovane mauriziano che ha il compito di aiutare l’amministratore coloniale per sondare il terreno in vista del referendum. Incantato, ma anche spaventato dall’atmosfera selvaggia del nuovo territorio, si innamora perdutamente della ragazza più bella e anticonformista dell’isola. Lei ricambia il sentimento e rimane subito incinta ma non si illude su un loro posssibile futuro di coppia. Perchè conosceva bene “l’eterna storia degli uomini di Diego Garcia: padri non lo erano, mariti quasi mai. Un ricordo nel migliore dei casi, un rimpianto nel peggiore”
Invece sarà proprio il bambino nato dal frutto del loro amore a combattere da adulto contro le ingiustizie subite dal suo popolo, diventando poi l’io narrante del romanzo.