Nel primo volume della Trilogia di Copenaghen, abbiamo lasciato Tove Ditlevsen bambina alle prese con le prime emozioni della vita che cercava di interpretare e tradurre, vergognadosene, in versi. I suoi tentativi poetici infatti venivano derisi dal fratello maggiore e giudicati come una strana mania dai genitori. In questa seconda puntata, (forse ancor più bella e intrigante) Tove ha quattordici anni ed è stata costretta a lasciare la scuola e a procurarsi un lavoro per contribuire al budget domestico.
Ma trovare un buon posto non è facile e nemmeno tenerselo stretto. I tempi sono duri, siamo attorno al 1920, in Europa soffiano venti di totalitarismo e il padre di Tove, di fede socialista, è costantemente disoccupato. Perciò l’autrice deve accontentarsi di quello che trova: occupazioni umili e malpagate. L’unica boccata di ossigeno (creativo) le arriva dalla scrittura di piccoli componimeti poetici che scrive su commissione. Per festeggiare una nascita, un fidanzamento o altre fortunate e tradizionali ricorrenze.
Tove ha uno spirito anticonformista e ribelle: desidera l’indipendenza. Appena compiuti i diciotto anni andrà a vivere da sola, sopportando anche una padrona di casa che vuole, a tutti costi, farle ascoltare i discorsi di Hitler alla radio. Si è allontanata da casa dove la madre continua invece a sognare per lei il classico lieto fine romantico: un bel matrimonio per sistemarsi.
Proprio nell’ambito sentimentale si snoda la parte più divertente del romanzo. Su questo tema visioni e opinioni dell’autrice sono assolutamente moderne. Con onestà assoluta e un gran senso di autoironia descrive le prime avventure con i ragazzi. Fondamentali per le coetanee ma molto meno importanti della scrittura per Tove. Giusto perchè è socialmente dovuto, con qualche perplessità, si adegua anche a un fidanzamento. Ma sarà la passione per la poesia ad aiutarla a sopravvivere con qualche soddisfazione in una realtà sempre più complicata. Riesce infatti a pubblicare le prime poesie mentre le ombre del nazismo avanzano lentamente anche sulla Danimarca.