Il Consenso

Anni Ottanta: lei andava alle medie e lui, uno scrittore famosissmo cinquantenne, andava a prenderla fuori dalla scuola. La loro relazione, così sbilanciata, era vissuta alla luce del sole, quasi tutti sapevano e tolleravano. L’aurea letteraria di Gabriel Matzeff, autore francese best seller, garantiva immunità. Nascondeva il reato di pedofilia spacciando il legame della coppia come una storia d’amore.

La relazione è andata avanti per due anni, poi lei è cresciuta e non è stata più così appetibile.

Lui invece è rimasto sulla cresta dell’onda, talmente impunito da vendere le sue esperienze di predatore come materia letteraria, trasformate in pamphlet libertini su come amare le ragazzine. Trent’anni dopo, tanto tempo è stato necessario alla ragazza per metabolizzare la violenza subita, arriva in libreria la testimonianza cruda e dolorosa di quell’assimetrico “fidanzamento”. Il romanzo autobiografico di Vanessa Springora, si intitola Il consenso, è uscito da noi qualche settimana fa. In Francia, invece, lo scorso anno suscitando un marea di polemiche, qualche ritardatario senso di colpa, e anche (fortunatamente) tardivi provvedimenti pratici e giuridici.

L’autrice, oggi quarantottenne a capo delle edizioni Juillard, nelle pagine di questo libro racconta con coraggio la sua verità.

Quando ha conosciuto Matzeff e come ne è stata manipolata. Tecnicamente non c’è stata violenza, la ragazzina a quattordici anni era consenziente perchè lusingata dalle attenzioni dello scrittore. Per i pedofili la scelta delle giovani vittime (come ha spiegato anche Matzneff in uno dei suoi pamphlet di istruzioni strategiche) è cruciale e oculata. Sempre meglio optare per fanciulle cresciute in contesti difficili in modo da irretire ragazzine bisognose di attenzioni. Sono le più inclini a essere lusingate, le più docili. Pronte a diventare prede senza opporre troppa resistenza.

Il titolo del libro si richiama all’idea del consenso in relazione ai rapporti sessuali, concetto privo di reale valore prima di una certa soglia di età. In Francia, fino al 2018, erano considerati consenzienti i minori dagli 11 anni in poi, fortunatamente nel 2018 è cambiata la legge e l’età del consenso si è alzata ai 15 anni. Prima di quella data un rapporto sessuale con un partner minorenne è da considerarsi stupro, anche senza coercizione.

La storia di Vanessa Springora è un pugno nello stomaco, suscita rabbia e sgomento.

È angosciante leggere come sia stata strumentalizzata dall’uomo che diceva di amarla e come l’entourage accanto a lei non l’abbia protetta. La prima a farle mancare il supporto è stata la madre. Divorziata e addetta stampa in una casa editrice percepì quasi come un bonus il fatto che la figlia fosse oggetto delle attenzioni di un personaggio letterario di spicco. Un altro fattore che contribuì a minimizzare lo scandalo di questa relazione inappropriata è stata l’atmosfera del milieau intellettuale dove si è svolta. L’aria libertina post anni Settanta, quando era “proibito di proibire”, faceva vedere come arretrato e bigotto un impeto di moralismo che condannava il rapporto fra una minorenne e un uomo maturo.

Nel mondo letterario dell’epoca invece che pedofilo Matzneff era considerato un gaudente libertino, un audace che pubblicava i diari delle sue avventure amorose. È stata proprio la lettura di questi rendiconti erotici che hanno fatto aprire gli occhi alla giovane Vanessa Springora. Credeva veramente di vivere il suo primo grande amore invece si rese conto di essere solo una delle tante giovanissime sedotte dallo scrittore che, tra l’altro, seguiva sempre lo stesso trito copione nelle tattiche predatorie.

Nel video qui sotto, tratto da una puntata degli anni Novanta di “Apostrophes”, programma letterario di punta alla televisione francese, si vede come l’unica a gridare allo scandalo, in un’ospitata di Matzfneff, sia stata un’outsider, una giornalista canadese. La sola pronta a denunciare lo squallore di una produzione libraria che inneggiava alla pedofilia. Solo dallo scorso anno, dopo la denuncia del libro di Vanessa Springora, il dorato e ipocrita panorama delle lettere ha rinnegato l’autore, togliendogli cariche e privilegi.

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